a cura di Stefania Rossi
Nel cammino interiore, una volta superata l’area della paura, si incontra un nuovo ostacolo, l’insicurezza, spesso conseguenza della fragilità dovuta al terreno ansioso e in generale agli stati prolungati di paura di vivere.
L’Anima, già indebolita dalla prova della Paura, si ritrova a dover affrontare e trasformare un ulteriore problema che inclina a procrastinare le scelte e a indugiare in una sorta di inerzia poco salutare. L’incertezza e tutto il corollario dei dubbi che la sostengono può essere efficacemente risolta grazie ad alcuni rimedi floreali del repertorio del dr. Bach. Cominciamo a presentarne i meravigliosi doni.
Scleranthus – Dal sobrio fiorellino verde dello Scleranto, pianta oramai in estinzione a causa dell’uso massiccio di diserbanti, il dr. Bach preparò il rimedio per eccellenza per ogni forma di incertezza dovuta all’oscillazione psico-mentale continua fra i pro e i contro delle cose. Quale risultato di tale atteggiamento si segnala soprattutto l’incapacità di operare scelte, dalle circostanze più banali sino alle più impegnative, sino ad influire sul viaggio evolutivo dell’Anima. Il non scegliere produce ristagno in situazioni bloccate dalla barriera dei “non so cosa è meglio” sino a far emergere altre debolezze dell’Io. Insomma, anche non saper scegliere diventa fonte di malessere e occorre assumersene la responsabilità. L’Essenza floreale giunge in aiuto riportando centratura e attenzione al messaggio proveniente dalle dimensioni spirituali grazie al quale il soggetto comprende quale sia la “vera scelta evolutiva”. La consapevolezza che ne deriva rivela che la scelta giusta non è mai quella di comodo o di convenienza né quella dettata dal piacere e da impulsi egoici. Le profondità a cui conduce il rimedio floreale sono tali da favorire un vero e proprio atto di consapevolezza circa la direzione della propria esistenza.
Essere coscienti del significato delle proprie esperienze consente una sapiente coerenza all’interno delle scelte che di volta in volta la Vita richiede, a volte pazientemente a volte con molta celerità.
Cerato – Il ceruleo fiorellino della Piombaggine diede al dr.Bach la possibilità di esaminare una particolare forma di incertezza, quella relativa alla fiducia in se stessi. L’essenza floreale ha l’interessante peculiarità di armonizzare gli emisferi cerebrali onde favorire l’emergere di risposte intuitive e una comprensione più profonda delle cose. Spesso il soggetto Cerato, nel suo lato ombra, appare disorientato e inquieto, sempre a caccia di consigli dall’esterno, sempre in atteggiamento interrogativo, rivelando una profonda disconnessione dalla voce del maestro interiore. Lo si può riconoscere dal suo perenne chiedere consigli a destra e a manca, ma soprattutto dal non riuscire poi a seguirne alcuno. Tutto ciò evidenzia una profonda incapacità di collegarsi al proprio sentire e come conseguenza la scarsa fiducia verso sé stessi. Il soggetto insicuro che non riesce a optare per le soluzioni migliori ha bisogno di ritrovare il dono del discernimento. L’essenza ricavata dal delicato fiore di Cerato ha la peculiarità di riportare l’area del mentale a migliorare tutti i processi intuitivi. Gli effetti immediati dell’azione sottile del rimedio sono descrivibili come introspezione, discernimento, saggezza.
Gentian – Il fiorellino della Genzianella di montagna può avere colore blu o violetto a seconda del Ph del terreno, cresce sulle pendici dei monti e sembra, per la sua forma a calice, poter accogliere in sé informazioni celesti. La sua collocazione in natura è carica di significati simbolici con interessanti analogie con l’are del pensiero e il bisogno di ricevere influssi di natura superiore. E in effetti la personalità del soggetto Gentian appare caratterizzata da eccessi di raziocinio e dalla tendenza a far prevalere l’analisi oggettiva dei fatti onde trarre conclusioni logiche e incontestabili. Ma puntare solamente su questa capacità rende a lungo andare pessimisti e malinconici. In Gentian ritroviamo l’archetipo di San Tommaso il quale, secondo la lettura evangelica, non credendo alla resurrezione del Cristo ne ricevette visita, ma durante l’apparizione il Maestro gli disse “…Beati coloro che crederanno senza avere visto” alludendo al mistero della fede non facilmente applicabile. Sempre, nella condizione Gentian, si fa esperienza del potere limitante della mente umana che appare prigioniera dei suoi stessi limiti. A furia di valutare ciò che accade con la prospettiva limitante del dubbio della ragione, inevitabilmente Gentian si lascia andare allo sconforto e al buio interiore. L’essenza floreale, ricca di messaggi spirituali provenienti dalle zone “alte”, aiuta ad esprimere il potenziale della comprensione dei fatti alla luce della fede. La Fede sostiene nelle situazioni che richiedono un atteggiamento meno critico e più possibilista nei confronti della realtà. Al primo accendersi della fiamma della fede, con Gentian si comprende come tutto sia possibile e sia da accogliere come parte del Mistero che avvolge tutte le cose. Con il rimedio finalmente si abbandona l’eccesso di razionalismo colto e critico, tutti i dubbi e il pessimismo da cui si proviene per far posto all’accettazione dello scenario di vita imparando a fidarsi del Grande Disegno. L’Anima nel suo cammino di crescita deve attraversare prove che assumono grande valore se comprese, accettate, elaborate, trasformate; solo così è possibile trarne benefici interiori di grande qualità e durata. L’incertezza rappresenta un test importante ai fini dell’autorealizzazione implicando l’invito a riconoscere eventuali boicottaggi determinati da paure e traumi. In questa tappa incontriamo altri Fiori in grado di assistere nel corso del viaggio interiore ed esteriore della nostra esistenza.
Gorse – Il luminoso e solare fiore della Ginestra che inonda i versanti collinari mediterranei riempiendo l’aria di profumo intenso a primavera è chiamato il fiore della resurrezione sia per la presenza delle spine sia perché sboccia nel tempo di Pasqua. Il simbolismo allude alle prove da superare e alla forza necessaria per rapportarsi alle difficoltà soprattutto quando nei temi di lunga percorrenza ci si arena perdendo speranza e fiducia. La prova è simile a quella del calvario e talvolta mette in ginocchio chi deve andare avanti a tutti i costi… ecco perché un’essenza floreale come Gorse diventa indispensabile per riaccendere e attivare la fiamma della fede. L’incertezza di Gorse riguarda l’esito delle proprie prove dolorose e l’Essenza sostiene nei momenti più duri quando si dubita di potercela fare. Nel tunnel più oscuro brilla solo una piccola luce ma da quella fioca fiammella Gorse fa sprigionare l’intensa forza necessaria per arrivare fino in fondo nel cammino. Solo così si può trasformare una prova dolorosa in opportunità iniziatica.
Hornbeam – L’infiorescenza dorata del Carpine bianco brilla nel grigiore della routine che ha compromesso l’entusiasmo verso i propri compiti. A questo punto si diventa dubbiosi circa il valore della propria esperienza lavorativa quotidiana. Per credere ancora nel senso profondo delle proprie scelte occorre incontrare la propria verità durante la stanchezza, durante le fasi di pesantezza ed esaurimento dell’energia vitale. Allora, l’Essenza floreale di Hornbeam predispone l’essere a ritrovare dentro di sé la motivazione perduta, a riscoprire la bellezza del cammino per quanto noioso e ripetitivo. Ogni dubbio riguardante la validità del compito che ci si è dati allora scompare lasciando il posto alla gioia di essere ancora “servitori”nel mondo. Il grande dono di Hornbeam è l’entusiasmo che, secondo il suo ètimo, indica la comunicazione con la Forza interiore, con il Logos divino (entusiasmo da En-theos, all’interno del dio che abbiamo dentro) definendo la guarigione come processo di riconnessione al Principio Divino in noi.
Wild Oat – La sottile ed elegante spiga dell’Avena selvatica (o Forasacco) oscilla dolcemente nel vento , alta e selvaggia, lungo i viottoli dei campi non ancora trattati da diserbanti o concimi chimici, a portarci il messaggio di una graminacea molto speciale per il dr. Bach in quanto da lui definita “catalizzatore maggiore”. Dunque deve trattarsi di un rimedio molto importante ed in effetti Wild Oat ha la funzione di favorire la comprensione del vero scopo della nostra vita rispondendo ai dubbi ed incertezza relativi alla vera e profonda vocazione personale. Ad un certo punto il dr. Bach disse : “nonchiederti quale sia la tua malattia… chiediti invece cosa sei venuto a fare sulla terra…”; con queste parole, solo apparentemente provocatorie, egli volle esaltare la necessità di scoprire il proprio compito nella vita per ricevere il beneficio di una pacificazione totale con se stessi eliminando finalmente ogni inquietudine e frustrazione in merito a tale ricerca. Il rimedio ben si attaglia agli studenti indecisi e all’adolescente confuso ma è anche un ottimo ausilio per l’adulto insoddisfatto che continua a chiedersi quale sia la sua vera missione in questo mondo. La Personalità esteriore, dunque, grazie all’intervento di Wild Oat, può avvalersi di chiarezza e stabilità circa questo aspetto così rilevante dell’impegno personale verso se stessi e tutto ciò che ci circonda.
Per consulenze: Stefania Rossi
Floriterapeuta e Naturopata
L’articolo è stato estratto dal libro I Fiori di Bach e il viaggio dell’Anima, ed. Cleup
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